Caratterista molto richiesto nelle commedie italiane, Hassani Shapi è scomparso improvvisamente a soli 51 anni di età dopo una malattia grave e acuta
Ormai si considerava italiano a tutti gli effetti. Anche se era nato in Kenya, e kenyote erano tutte le sue radici non solo biografiche ma anche culturali. Anche se in Kenya aveva deciso di tornare quando aveva sentito la fine avvicinarsi. Hassani Shapi, scomparso il 6 luglio scorso a Mombasa, è un attore ben noto al pubblico italiano per le sue frequenti apparizioni in alcune pellicole, soprattutto brillanti, che avevano ottenuto un ottimo successo di pubblico e di critica.
In realtà le sue qualità artistiche gli avevano consentito di recitare in teatro, così come di prestarsi non come maschera o caratterista ma come attore importante e impegnato. Anche in ruoli drammatici.
Shapi è scomparso in Kenya, una notizia che ha colto di sorpresa il pubblico ma anche i suoi stessi colleghi.
Uno dei primi a decidere di omaggiarlo è stato Edoardo Leo che aveva recitato con lui in diversi episodi della serie TV Il Clandestino. Quando Leo ha appreso della morte di Shapi, a funerali orrmai avvenuti, erano già trascorsi alcuni giorni dal decesso. Queste le parole dell’attore affidate ai social e alle agenzie di stampa: “Sono davvero molto colpito, devastato da una notizia tristissima per tutta la comunità del cinema italiano. Chi mi segue sa quanto pudore e riservatezza io abbia per le mie cose private. In questo caso non riguarda solo me e mi rendo conto che molte persone che hanno apprezzato “Il Clandestino” e quel meraviglioso personaggio che era Palitha, siano all’oscuro di questa notizia.
Le parole di Edoardo Leo sono molto accorate: “Ho passato mesi e mesi accanto ad un uomo adorabile, gentile, discreto e dal sorriso contagioso. Un attore sorprendente che è stato il vero mattatore della serie. Senza di lui non sarebbe stato possibile. Mi permetto di scriverne solo perché so quanto sia entrato nel cuore di tanta gente che magari vorrebbe dargli un saluto o dedicargli un pensiero. Avrei evitato ma quando leggo che ci aspettate insieme nella seconda stagione mi sento stupido a stare zitto”.
Shapi era rientrato in Kenya, dove era nato, da poco tempo. Andandosene aveva promesso a tutti i colleghi della serie Il Clandestino, la cui messa in onda si è conclusa su RAI Uno solo da poche settimane, di rivedersi presto e tornare a lavorare in vista della seconda stagione.
La prima stagione era andata benissimo e lui era certamente uno dei personaggi chiave del successo di questa produzione che gli riconosceva una parte di rilevanza assoluta dopo molti ruoli di una certa importanza.
Nato a Mombasa, aveva iniziato a recitare giovanissimo. Ma la sua carriera si era sviluppata in modo estremamente importante proprio quando aveva deciso di trasferirsi nel nostro paese: e qui, di fronte a un mercato cineatografico che era continuamente alla ricerca di ruoli per la nostra commedia, Hassani Shapi si era imposto con la sua notevole versatilità e con un volto che non passava mai inosservato, grazie anche al suo sorriso, dolce e contagioso.
Il pubblico italiano lo ricorda per diverse produzioni divertente. In Femmine contro Maschi di Fausto Brizzi è Ahmed, il benzinaio pakistano dipendente di Emilio Solfrizzi, che lo bullizza per le sue origini. In Lezioni di Cioccolato, commedia degli equivoci, recita accanto a Luca Argentero veste i panni di Kamal, un muratore africano con velleità di pasticcere che cerca di realizzare il dolce perfetto in un concorso di pasticceria.
Molte le commedie: da Oggi Sposi, a Il nostro matrimonio è in crisi (di Antonio Albanese) da Nessuno mi può giudicare a Sharm el Sheikh sempre in ruoli brillanti. Ma la sua grande soddisfazione era stata partecipare a un kolossal come Star Wars, diretto da George Lucas.
Quello di Palitha ne Il Clandestino era stato il suo ultimo ruolo, di fatto dodici episodi da protagonista dopo diversi ruoli secondari in molte serie importanti: Ispettore Coliandro, L’Isola di Pietro.
In Italia spesso aveva recitato il ruolo dell’emigrante, dando vita a personaggi complessi e mostrando la sua abilità di entrare nei panni di caratteri profondamente umani e sfaccettati.
Ne Il Clandestino sua performance è stata sottolineata con un notevole entusiasmo anche dalla critica, consolidando la sua reputazione come un attore di livello assoluto.
Palitha è un personaggio che ricalcava molto il carattere di Hassani: un meccanico cingalese che si arrabatta in una officina che si occupa di soccorso stradale e che con la moglie Gedara diventa la famiglia stessa di Edoardo Leo, un poliziotto tormentato da fatti drammatici e sensi di colpa ce proprio nell’officina di Palitha troverà un rifugio e una casa. Un ruolo estremamente brillante e divertente che al pubblico era piaciuto molto.
Hassani Shapi ha lavorato con alcuni dei più grandi registi italiani, tra cui Ferzan Özpetek e Nanni Moretti. Le sue collaborazioni con questi registi hanno dimostrato la sua versatilità e la capacità di adattarsi a diversi stili di regia, contribuendo a recitare in film che hanno lasciato un segno indelebile nella cinematografia italiana.
Il suo maestro Jedi Eeth Koth nella saga di Star Wars lo ha portato a una meritata fama internazionale. Ma quando si era trattato di recitare ancora in produzioni straniere, Hassani aveva deciso di non abbandonare l’Italia dove ormai aveva trovato una dimensione umana che lo appagava compleamente.
Per onorare la memoria di Hassani Shapi, numerosi tributi e celebrazioni sono stati organizzati in Italia e all’estero. Festival cinematografici, proiezioni speciali e discussioni sul suo lavoro celebreranno la sua vita e il suo contributo al cinema. Difficile pensare a una seconda stagione de Il Clandestino senza di lui considerando la grande importanza del suo ruolo e la notevole connotazione che Shapi aveva dato a Palitha.
In un momento in cui in Italia si parla molto di trasversalità e contaminazione, Hassani Shapi è stato un esempio di notevole ispirazione.