In tema di edilizia, il Governo presieduto da Giorgia Meloni traccia una linea netta. Ma non mancano le polemiche. Quello che c’è da sapere
Tra i tanti bonus e incentivi nati e proliferati in questi difficili anni di crisi economica, quelli relativi all’edilizia sono stati sicuramente tra i più apprezzati dai cittadini. Ma, di converso, anche tra i più discussi dalla politica. Proprio sul bonus ristrutturazioni – che oggi ha una nuova scadenza – gli schieramenti si accapigliano. Mentre invece i cittadini devono fare i conti con denaro e calendario.
L’estensione delle detrazioni fiscali per i lavori edilizi da 4 a 10 anni sta generando forti tensioni all’interno della maggioranza di governo. Il Superbonus, già al centro di numerose polemiche, è ora di nuovo sotto i riflettori a causa del recente emendamento governativo. Questo provvedimento, secondo il Ministero dell’Economia, è necessario per correggere il deficit previsto per il 2025 e il 2026, in linea con gli obiettivi della NaDef 2023.
L’emendamento prevede che le detrazioni per le spese sostenute nel 2024 e 2025 per interventi come il Superbonus, il bonus barriere architettoniche e il sismabonus siano ripartite in dieci anni, anziché nei quattro o cinque anni attualmente previsti. Questo cambiamento riguarda direttamente i lavori già avviati e si applica solo alle detrazioni utilizzate nella dichiarazione dei redditi, escludendo invece i crediti d’imposta derivanti da cessione o sconto in fattura. Pertanto, le imprese che hanno acquisito crediti continueranno a utilizzarli secondo l’attuale ripartizione.
La misura, seppur necessaria per il bilancio statale, ha incontrato resistenze politiche, soprattutto da parte di Forza Italia. Tuttavia, l’allungamento del periodo di detrazione a 10 anni sembra ormai una decisione quasi definitiva. Questo provvedimento mira a contenere la spesa pubblica legata ai bonus edilizi, considerata insostenibile nelle condizioni economiche attuali.
Le nuove disposizioni sulle detrazioni fiscali rappresentano un’importante svolta nella politica economica italiana. Sebbene destinate a stabilizzare i conti pubblici, queste misure comporteranno significativi cambiamenti per le imprese e i privati coinvolti nei lavori edilizi. La questione rimane delicata e continuerà a essere un tema centrale nel dibattito politico e nelle strategie di sviluppo economico del paese.
Il decreto Superbonus, infatti, sarebbe solo l’inizio di una revisione più ampia delle agevolazioni per i lavori di ristrutturazione. Dal 2028, il bonus per le ristrutturazioni sarà ridotto dal 36% al 30%, un cambiamento significativo che avrà un impatto notevole sul settore edilizio. Attualmente, il bonus ristrutturazioni è del 50%, ma scadrà il 31 dicembre 2024. Dal 2025, lo sconto fiscale tornerà al 36%, con un tetto di spesa ridotto da 96.000 a 48.000 euro.
Questo cambiamento graduale delle agevolazioni fiscali indica un chiaro indirizzo verso la riduzione delle tax expenditures. Secondo gli esperti, è probabile che la prossima manovra finanziaria del governo Meloni non rinnoverà il bonus fiscale del 50%, segnando una riduzione delle agevolazioni nel settore edilizio.