Una volta, in un tempo lontano, il lavoro in Comune era considerato un ripiego, rispetto al settore privato. Ma qualcosa è cambiato.
Un bando del Comune ha dimostrato, con poche e semplici parole indicanti la retribuzione, che non è proprio il caso di disprezzare il lavoro dipendente in un ente pubblico. In passato c’era chi con orgoglio sosteneva di resistere sul mercato, di reggere i duri ritmi di lavoro del settore privato e di farsi largo tra la concorrenza.
Si irrideva il posto fisso, la routine ripetitiva e noiosa, si preferivano le selettive sfide. Il settore privato premiava i migliori, si diceva. E, bisogna dirlo, comparivano regolarmente le corrispondenti soddisfazioni economiche. Sono tempi lontani, molto lontani, bisogna riconoscerlo. A Modena quei 22 futuri impiegati non saranno certamente guardati con sufficienza. Anzi. La retribuzione di 1783 euro al mese, più la tredicesima e qualche altra indennità, sembra un miraggio, per i lavoratori di oggi.
E dire che la routine impiegatizia era disprezzata
Per non parlare del contratto a tempo indeterminato. Si consideri infatti il dato della disoccupazione sostanziale in Italia, che in tutto riguarda 4,3 milioni di persone. Il 16%, ben più del 9% ufficiale, perché comprende anche precari e lavoratori poveri. Infatti, chi non arriva a un guadagno di 5mila euro annui, nemmeno è tenuto a versare contributi previdenziali. Al paragone, il futuro impiegato del Comune di Modena sembra un privilegiato. Eppure, riceverà semplicemente lo stipendio dovuto al suo ruolo.
Il concorso mette a disposizione 22 posti di istruttore amministrativo, aperti a chi presenterà domanda entro il 16 agosto. I requisiti prevedono il diploma, l’età di almeno 18 anni, la cittadinanza italiana, l’elettorato politico attivo e la mancanza di condanne penali che impediscano rapporti di lavoro con un ente pubblico. Sei posti sono riservati ai volontari delle forze armate e tre alle categorie protette dalla legge 68/99.
22 istruttori amministrativi del tutto invidiabili
In teoria, i candidati al concorso potrebbero essere molto numerosi. Chi supererà le prove scritta e orale dovrà poi, ogni giorno feriale, istruire e predisporre atti e provvedimenti di natura amministrativa e contabile, usando gli opportuni software. E raccogliere, elaborare e gestire dati e banche dati complesse. Inoltre, svolgerà attività di segreteria e di pubbliche relazioni. Niente male, si direbbe.
Compiti delicati, importanti in un municipio capoluogo di provincia, comunque alla portata di un diplomato. Le prove d’esame potrebbero essere precedute da una preselezione, nel caso in cui i candidati siano più di 150. Ed è probabile che vada proprio così, e che molti scoprano di provare un irrefrenabile desiderio di diventare cittadini di Modena. Soprattutto chi è alle prese con i contratti precari ben noti, che scadono dopo pochi mesi, o con le cooperative, autorizzate dallo Stato a erogare stipendi limitati, senza concedere molti diritti.
Sono molti, milioni appunto, i lavoratori italiani ad avere fondati motivi per aspirare a un trattamento modenese. Per superare la prova scritta, però, bisognerà essere ferrati in materie come l’ordinamento delle autonomie locali, le norme che regolano appalti e contratti della pubblica amministrazione, i principi generali dell’attività amministrativa.
L’accesso civico agli atti non dovrà avere segreti e il codice di comportamento dei dipendenti pubblici e il trattamento dei dati personali dovranno essere del tutto familiari. Come anche i princìpi del codice dell’amministrazione digitale. Occorrerà dimostrare di possedere le necessarie cognizioni informatiche e, come sempre, bisognerà conoscere l’inglese. Ci si può candidare attraverso un sito come lavoroeconcorsi.com o sul sito del Comune di Modena.