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Non sempre bastano 41 anni di contributi per andare in pensione: ecco quando può essere negata

In quali casi pur avendo accumulato 41 anni di contributi non è possibile andare in pensione? Ecco i casi previsti dalla legge  

Tutti sanno che il percorso per poter andare in pensione si è fatto di anno in anno sempre più complesso e irto di difficoltà: il motivo è essenzialmente legato al fatto che i requisiti da raggiungere hanno subito, nel corso del tempo, un incremento, sia dal punto di vista anagrafico che contributivo. Ad oggi occorrerà infatti aspettare 67 anni e avere almeno 20 anni di contributi previdenziali per poter interrompere l’attività lavorativa e godere della tanto agognata pensione.

41 anni di contributi per andare in pensione: quali sono i requisiti da rispettare (galleriaborghese.it)

Ma esiste un’altra possibilità che consente, a fronte dell’avvenuto versamento di 41 anni di contributi, di accedere al trattamento pensionistico anticipato. Attenzione però perché questo non vale per tutti ed occorre capire perché non sempre basti avere alle spalle questo montante previdenziale per poter smettere di lavorare.

Pensione, quando i 41 anni di contributi possono non bastare: quali sono i casi previsti dalle legge e i requisiti

La pensione anticipata con 41 anni di contributi versati è il sogno di tante persone che sperano, in questo modo, di poter smettere di lavorare ben prima dei 67 anni. Questo vale in particolare per chi ha avviato la propria carriera lavorativa da giovanissimo portandola avanti con continuità per decenni.

Avendo cominciato a lavorare 18 anni, per esempio, si potrebbe beneficiare del trattamento pensionistico a soli 59 anni, ben prima dei 67 anni previsti con le regole della pensione classica. Ma attenzione perché Quota 41, come viene chiamato questo ‘percorso’, non è accessibile a tutti e, dunque, anche aver versato 41 anni di contributi potrebbe non risultare sufficiente.

Quota 41, a chi è rivolta e chi non la può sfruttare (galleriaborghese.it)

Infatti oltre ai 41 anni di contributi previdenziali, occorre rispettare una serie di altri specifici requisiti uno dei quali riguarda la condizione lavorativa della persona intenzionata a fermarsi. Solamente i lavoratori che si trovano in situazioni specifiche come la disoccupazione involontaria possono sfruttare Quota 41. Stiamo parlando dei licenziati, dei dimissionari per giusta causa o delle persone disoccupate per risoluzione consensuale del contratto.

L’opportunità di Quota 41 è rivolta anche ai lavoratori che hanno un’invalidità civile non inferiore al 74% oppure che assistono da non meno di sei mesi un familiare invalido o con grave disabilità. Nonché alle persone che hanno svolto, ma occorrono specifiche prove in tal senso, lavori considerati usuranti, pericolosi o notturni. L’introduzione di requisiti più rigidi infine ha fatto si che per gli uomini siano oggi richiesti almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, che scendono a 41 anni e 10 mesi per le donne.

Daniele Orlandi

Giornalista pubblicista dal 2012, ho collaborato con giornali cartacei e online, come social media manager e al coordinamento di redazione. Appassionato di musica, ambiente, architettura e arredamento.

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Daniele Orlandi