Sembra impossibile eppure c’è chi prova gioia solo nelle sventure degli altri: ecco chi sono

Può sembrare strano, eppure è così: esistono persone che, davanti alle sventure degli altri, provano un sentimento di gioia.

Provare felicità per le sventure altrui, a quanto pare, è un vero e proprio fenomeno di natura psicologica. Si sperimenta davvero quel senso di soddisfazione quando un’altra persona ha una disavventura. Invece di sentire empatia, si nutre un certo sentimento di gioia.

Persone che godono della sofferenza altrui
Può sembrare strano ma è vero: esistono persone che godono della sofferenza altrui, ecco di chi si tratta – galleriaborghese.it

Secondo le neuroscienze si tratterebbe di schadenfreude, ovvero una parola composta da “Schaden” e “Freude” ovvero “danno” e “gioia”. Un sentimento, un processo cognitivo che accade nel cervello quando capita una brutta esperienza ad una persona che si conosce. La corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC) sarebbe coinvolta in questo fenomeno. Non solo, anche altre aree che toccano la sfera emotiva del cervello.

Schadenfreude, quando la sofferenza degli altri diventa un piacere

Una maggiore attività della corteccia vetromediale vmPFC è stata notata nel 2009 quando un gruppo di partecipanti allo studio hanno gioito a sfortune capitate ad un soggetto antipatico. Soprattutto sembrerebbe che quando un soggetto vive un sentimento di invidia verso un altro, proprio se a quest’ultimo accade qualcosa di negativo succede il fenomeno schadenfreude.

Persone che godono della sofferenza altrui
Cos’è il fenomeno schadenfreude e in che modo si manifesta – galleriaborghese.it

Infatti, questo sembra essere associato al senso di gelosia che si prova verso altre persone. Ci si sentirebbe deliziati dalle disgrazie altrui. Sembrerebbe che i soggetti con bassa autostima avrebbero maggiormente alla tendenza di schadenfreude. In particolare, riguarda coloro che non sono in grado di godere dei propri traguardi o comunque della propria vita, se non attraverso i problemi e le sventure capitate agli altri.

Insoddisfazione di sé e incapacità di riuscire a guardarsi dentro. Un problema di origine inconscia che potrebbe derivare da sofferenze subite in precedenza. Bisognerebbe, ovviamente, capire quanto sia forte questo sentimento verso l’altrui sofferenza. Se molto forte, potrebbe essere utile una terapia cognitiva. Un aiuto per poter capire che bisogna imparare ad amare sé stessi e per poter amare anche gli altri.

A volte potrebbe trattarsi di non riuscire a contenere l’ansia. Una questione complicata e da analizzare che può incidere sulla propria vita, soprattutto nel rapporto con gli altri. Non si tratterebbe tanto di odiare gli altri, quando di non avere una buona concezione in sé stessi. Amare la propria persona e ovviamente gli altri è sinonimo di civiltà, di maturità. Avere paura di lasciarsi andare, magari perché si soffre di ansia e attacchi di panico o depressione, è un problema che deve essere superato.

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